Mediante Tomografia a Coerenza Ottica (OCT) è possibile studiare sul piano anatomico retina, nervo ottico e cornea, tramite un preciso esame tomografico che non utilizza radiazioni, sicuro e ripetibile. Di fondamentale importanza nella valutazione del paziente diabetico, del glaucoma e delle maculopatie in generale.
OCT Zeiss Cirrus 5000
L'OCT al giorno d'oggi rappresenta un esame di estrema importanza in oculistica, grazie alla sua capacità di combinare estrema precisione e affidabilità diagnostica a rapidità e sicurezza. Infatti, per quanto si tratti di una tomografia, a differenza della TAC non utilizza radiazioni, per cui è assolutamente sicuro e ripetibile, offrendo immagini di ogni strato della retina (e non solo) di altissima qualità.
Per quanto l'esame del fondo oculare permetta di fare diagnosi di numerose patologie, fornisce solo una visione superficiale della retina. L'OCT, al contrario, permette di andare più in profondità, analizzando strato per strato tutta la retina, garantendo un maggiore potenziale diagnostico e permettendo di visualizzare dove il semplice esame del fondo oculare non riesce ad arrivare. Per questo motivo, oggigiorno l'OCT è diventato un esame imprescindibile per numerosi pazienti, in particolare per quelli affetti da diabete, maculopatie o glaucoma.
I pazienti diabetici, come è ben noto, sono a rischio di sviluppare la cosiddetta retinopatia diabetica, che mette a rischio la vista del paziente. Per questo motivo, tutti i pazienti diabetici devono sottoporsi a visita oculistica e/o esame del fondo oculare almeno una volta all'anno. Se l'esame del fondo oculare suggerisce la presenza di una retinopatia diabetica, è importante effettuare un esame OCT, il quale permette di caratterizzare meglio lo stato della retina. Infatti, tramite l'OCT è possibile caratterizzare meglio microaneurismi ed essudati ed identificare la presenza di un eventuale edema maculare diabetico, il quale può essere trattato con punture intravitreali. In questi casi, inoltre, le caratteristiche della retina identificate mediante OCT possono suggerire una maggiore efficacia di un farmaco rispetto ad un altro. La tempestività del trattamento è fondamentale per aumentare le probabilità di recupero visivo, per cui è importante effettuare i controlli periodici con la cadenza ritenuta opportuna dall'oculista di fiducia, insieme al costante mantenimento della glicemia entro valori normali.
Tra le maculopatie, la più frequente e conosciuta è la degenerazione maculare legata all'età (AMD), una patologia della retina che si caratterizza per un progressivo calo dell'acuità visiva e che può portare alla cecità. In particolare, esistono due varianti di degenerazione maculare: quella secca e quella essudativa. La prima si caratterizza per un progressivo sviluppo di atrofia dei fotocettori della retina, la sua velocità di progressione è variabile e può essere rallentata mediante l'utilizzo di specifici integratori secondo il protocollo AREDS2. La seconda si associa all'insorgenza di una neovascolarizzazione coroideale (CNV), ossia allo sviluppo di vasi anomali che possono causare la formazione di fluido sottoretinico o intraretinico ed è gestibile mediante terapia intravitreale. In entrambi i casi, l'OCT assume un ruolo fondamentale nella diagnosi, in quanto permette di identificare con estrema precisione sia le forme secche che quelle essudative, fornendo l'indicazione per una eventuale terapia specifica. Anche in questo caso, la tempestività della diagnosi e del trattamento è fondamentale per un migliore risultato visivo, per cui sottoporsi a controlli periodici rimane importantissimo. Ad ogni modo, le maculopatie possono interessare soggetti di ogni età, non soltanto le persone adulte o anziane. Infatti, il mondo delle maculopatie è assolutamente vasto (membrana epiretinica, foro maculare, corioretinopatia sierosa centrale, maulopatie ereditarie come la malattia di Best o di Stargardt, ecc.), ma l'OCT rappresenta un'arma fondamentale per la diagnosi e la gestione di tutte loro, così come per patologie vascolari della retina come le occlusioni arteriose e venose.
Il glaucoma è una patologia "silenziosa", nel senso che può progredire per anni senza dare alcun sintomo e venire alla luce quando ormai il danno è grave e irreversibile, motivo per cui è bene effettuare controlli periodici per identificarlo ed eventualmente arrestarne la progressione. Nel paziente affetto da glaucoma, oltre alla visita oculistica con controllo della pressione intraoculare, è importante effettuare follow-up mediante due esami: l'OCT e il campo visivo. Infatti, si tratta di due esami che si integrano alla perfezione, in quanto, se l'esame del campo visivo fornisce informazioni in merito al danno funzionale causato dal glaucoma, l'OCT ci dà contezza del danno subito dal nervo ottico. L'OCT del nervo ottico in particolare permette di misurare lo spessore dello strato delle fibre nervose peripapillari (RNFL) e delle cellule ganglionari (GCL) e le caratteristiche della testa del nervo ottico (ONH), come la sua escavazione, il rapporto cup disc (C/D) e lo spessore della rima neuroretinica. Si tratta di una serie di parametri che si alterano in presenza di glaucoma e che ne permettono un attento monitoraggio, anche nelle forme precoci in cui non sono ancora evidenti difetti del campo visivo. Un peggioramento di questi parametri indicherebbe una progressione del glaucoma, che a sua volta richiederebbe una modifica della terapia del paziente, per cui l'OCT rimane un esame fondamentale per la gestione di questa grave patologia.
L'OCT permette di effettuare diagnosi non soltanto di patologie retiniche ma anche della cornea. Infatti, mediante apposizione di una lente specifica, è possibile effettuare un OCT del segmento anteriore dell'occhio. Questo può risultare particolarmente utile nel glaucoma, in quanto permette di misurare l'ampiezza dell'angolo iridocorneale deputato al deflusso dell'umor acqueo, ma anche in numerose patologie corneali (es. cheratocono, neoplasie squamose, distrofie corneali, cheratiti microbiche, ulcere corneali), in pazienti sottoposti a LASIK o impianto di ICL, per anomalie dell'iride o patologie del cristallino (sublussazione del cristallino per sindrome di Marfan o di Weil-Marchesani, lenticono per sindrome di Alport, ecc.).
Misurazione dell'angolo iridocorneale per la gestione di un paziente con glaucoma